Omicidio La Rosa

 
 
La Rosa
 

L’Osservatorio sulla ndrangheta esprime un grande plauso alla Procura reggina riguardo gli arresti operati dai Carabinieri del gruppo di Locri, su input del G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, dei presunti mandanti dell’omicidio del primario del reparto Oculistica dell’ospedale di Locri, dottor Fortunato La Rosa, avvenuto a Gerace l’8 settembre del 2005. Il professionista, all’epoca già in pensione, secondo gli investigatori fu ucciso dalla ndrangheta perché non volle mai cedere alla assurda logica di lasciare le sue terre, quelle per le quali il medico aveva mostrato tutta la sua passione nel coltivarle, alla mercé delle vacche e quindi del bestiame di proprietà dei due arrestati che, secondo la logica criminale, avrebbero dovuto scorrazzare liberamente nei suoi terreni, indipendentemente dai danni che le stesse mucche avrebbero procurato alle tante coltivazioni messe su con tanto amore dall’oculista. Le sue denunce contro i tanti atti intimidatori subiti dalla ndrangheta servirono a poco. Anzi, al contrario, decretarono, assieme ai suoi tanti rifiuti, la sua condanna a morte, avvenuta con tre colpi di fucile caricato a pallettoni lungo la stessa strada che per anni il medico percorse per recarsi nelle sue terre.

 
L’Osservatorio sulla ndrangheta in tutti questi anni ha sempre seguito da vicino la vicenda per non fare abbassare il livello d’attenzione verso l’ennesimo barbaro omicidio di ndrangheta, e dando il costante sostegno alla moglie, Viviana Balletta, che ha sempre continuato a fare in tutti questi anni ciò che avrebbe fatto il marito in vita: recarsi sui propri terreni ed alimentare la passione verso l’agricoltura. Oggi, a distanza di dieci anni dall’efferato crimine, le forze dell’Ordine hanno aperto uno squarcio sulla vicenda per dare, tra l’altro, giustizia alla moglie ed ai figli del professionista assassinato. il Presidente dell’Osservatorio, Attilio Tucci, dopo aver appreso la notizia degli arresti dei presunti mandanti dell’omicidio del dottore Fortunato La Rosa, nel ricordare i tanti appuntamenti in questi ultimi anni con gli studenti della provincia per raccontare la storia del professionista assassinato, sottolinea il fatto che “abbiamo voluto rilanciare la convinzione che anche quando non si può avere una risposta a quanto successo è comunque importante avere una conoscenza dei fatti. La conoscenza – aggiunge Tucci – ha permesso di insegnare agli studenti che la storia di Fortunato La Rosa appartiene a tutti, e che tutti abbiamo l’elementare, inalienabile diritto di chiedere perché è successo. Questi arresti dimostrano ancora una volta che solo l’azione congiunta di Stato e società civile possono cambiare la nostra realtà”.