Impronte e ombre: ai nastri di partenza!

 
 
Foto incontro
 

Si lavora a pieno ritmo in attesa del via ufficiale al progetto dell’Associazione Culturale Antigone – Osservatorio sulla ndrangheta “Impronte ed ombre. Vite, storie e immagini di vittime della ndrangheta”. Quasi tutto pronto per il percorso formativo, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, che vedrà protagonisti quaranta giovani calabresi e che partirà il prossimo settembre e sarà gestito da formatori di eccellenza. Claudio Cordova (giornalista) e Romina Arena (ricercatrice storica) per il percorso comune che vedrà tutti i partecipanti impegnati nel laboratorio di comunicazione. Nella seconda fase del progetto, i partecipanti – potranno scegliere se frequentare il laboratorio di videomaking curato da Emiliano Barbucci (cineasta) e da Gabriele Morabito (videomaker) oppure quello teatrale che ha come formatori Alessandra Stelitano (psicologa e formatrice in ambito teatrale) e Marco Parisi (formatore di musica e teatro).

 

L’importanza di ricostruire e diffondere le storie delle vittime della criminalità organizzata è stato il tema centrale intorno al quale è ruotato l’ampio dibattito sviluppatosi nei giorni scorsi con i ragazzi presso la sede dell’Osservatorio. Nel corso dell’incontro tante sono state le domande e le curiosità alle quali i membri dello staff hanno risposto. E gli stessi ragazzi si sono raccontati, dando vita a un confronto a più voci dal quale è emersa la consapevolezza di quanto sia importante veicolare, soprattutto in un territorio critico come la Calabria, un messaggio di legalità che prenda spunto dalla memoria delle vittime della ‘ndrangheta. La ‘ndrangheta, è un’organizzazione criminale difficile da contrastare, perché complessa da conoscere e da raccontare. La ‘ndrangheta vuole il silenzio per poter operare nell’ombra. Esserci ma non vedersi. I ragazzi, consapevoli di questo, si sono dimostrati entusiasti dell’occasione di poter partecipare a un progetto strutturato che parte dall’analisi dei deficit comunicativi sul fenomeno e che, successivamente, li vedrà cimentarsi nella produzione di un video documentario o di perfomance teatrale sulle tematiche affrontate: alcuni di loro starebbero valutando anche l’ipotesi di partecipare ad entrambi i percorsi.